I normanni sono davvero stati in Sicilia ma spesso ignoriamo i contorni precisi di tale dominazione. Innanzitutto, va detto che i normanni non erano dotati di un disegno univoco, come ho già detto in questo articolo.
Inoltre, la dominazione normanna si palesò prima nel resto del Sud Italia, lasciando l’araba Sicilia per un po’ nel proprio recinto. Parliamo ad esempio della geniale alleanza politica di Niccolò II e di Roberto il Guiscardo, vassallo del Pontefice per regolamentare i Normanni, di cui Roberto il Guiscardo era re.
Il fatto fu rilevante perché Roberto il Guiscardo proclamò in tal modo la propria fedeltà alla Chiesa di Roma e ne ottenne in cambio il titolo di Duca di Puglia, Calabria e Sicilia – che era una terra ancora da sottomettere con le armi e da sottrarre i Saraceni.
Per chi vuole approfondire, parliamo nell’ accordo di Melfi del 1059.
La conquista normanna della Sicilia
Fu solo nel 1061 che Ruggero il Guiscardo inizia la conquista della Sicilia che i due fratelli si sarebbero divisi in parti uguali.
Non dimentichiamo che i Normanni erano fortemente religiosi e probabilmente spinti da un reale moto di conquista spirituale che andava al di là dell’alleanza politica con il pontefice.
La libertas veneziana è merito dei normanni
Le mire degli Altavilla non si fermarono certo qua, anzi si spinsero fino a Durazzo, provocando la reazione dell’impero bizantino che concesse a Venezia la libertà d’azione per confinare l’avanzata Normanna.
Un evento interessante perché è proprio dalla bolla d’oro che Venezia ricevette che si fa iniziare la cosiddetta Libertas Veneziana, difesa secolarmente dai Dogi fino al Trattato di Campoformio del 1797.
Durante gli ultimi decenni del secolo i Normanni incontrarono notevoli difficoltà per mantenere le conquiste e difendersi dall’Impero Germanico, che si sommava a una serie di disordini interni.
Ma Papa Gregorio VII chiese l’aiuto del Guiscardo per liberare Roma da Enrico V, e questo evento dimostrò come ormai la presenza Normanna nel Sud Italia e nel Mediterraneo non potesse considerarsi episodica ma costituisse piuttosto un fatto politico da cui sarebbe stato impossibile prescindere.