Abbiamo parlato in breve del platonismo rinascimentale e abbiamo visto le sue implicazioni; allo stesso modo l’aristotelismo rinascimentale ci ha aperto qualche dubbio anche sulle modalità con cui sono state tramandate queste due filosofie.
In fondo, il modo in cui si racconta una storia diventa esso stesso la storia. Ma veniamo ora alla disputa tra platonismo rinascimentale e aristotelismo rinascimentale.
Platone vs Aristotele: era un vero conflitto?
considerando da un lato la riscoperta di Platone dall’altro rinnovato interesse per Aristotele, si comprende come sia potuta sorgere la famosa disputa sulla superiorità dell’uno o dell’altro. Se il dibattito filosofico e letterario è solito animare gli intelletti più in vista di società, anche nel caso del Rinascimento non siamo certo da meno.
Alcuni pensatori
Il primo libro da considerare per comprendere le differenze di ricezione della filosofia di Platone e di Aristotele è a cura del filosofo accademico Giorgio Gemisto Pletone (il titolo è proprio “Le differenze tra Platone e Aristotele”).
Il platonismo estremo di quest’ultimo fortemente osteggiato da ad esempio Giorgio Trapezio Anzio che in difesa di Aristotele scrisse un “Confronto delle filosofie di Platone ed Aristotele”. Abbiamo anche il cardinale Basilio Bessarione autore dello scritto “Contro un calunniatore di Platone”. A differenza di quello che può sembrare per il titolo l’obiettivo del cardinale era mostrare le connivenze di fondo tra i due filosofi, anche se Platone fu innegabilmente più vicino al cristianesimo di Aristotele e quindi da preferire, secondo Bessarione. In realtà è quest’ultimo parere a dircela più lunga su cosa significavano veramente i due filosofi greci per gli intellettuali rinascimentali.
Chi sentiva il bisogno di una rinascita spirituale sceglieva il campo platonico.
Chi invece aveva un interesse più razionalista o naturalistico cercava di orientarsi verso Aristotele.
È in questo albero di idee che dibattono Niccolò Cusano, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Pietro Pomponazzi e infine Erasmo da Rotterdam, di cui vi parlerò la prossima volta.