Tolstoj e le vocazioni tardive
Comprendere i romanzi russi è sembrata a Thomas Mann un’operazione facile, oltre che necessaria. Di Dostoevski (la traslotterazione è volutamente arbitraria) disse qualcosa riguardo all’influenza che il luogo di nascita aveva esercitato sulle tensioni letterarie del grande maestro.
Non ricordo esattamente la definizione che diede di Dostoevski, e quanti ne includessero del panorama russo dei più autorevoli.
Turgenev probabilmente non era compreso, Bachtin sì, e Dostoevski e Tolstoj, esclusa la saggistica pedagogica e mistica, anche.
Se Mann poggia la sua consapevole grandezza su una narrazione più impersonale e su un’umanità meno moraleggiante, non può però non riconoscere, da buon cosmopolita culturale qual era, che il luogo e tempo di nascita di Tolstoj lo avevano in effetti dovito influenzare.
Due Stati, due soluzioni
Immaginiamoci anche solo il diverso tipo di retorica che affliggeva le due Nazioni che prendiamo in considerazione, con i dovuti distinguo cronologici. Per un ebreo tedesco negli anni ’30 possiamo forse più facilmente immaginarci la pregnanza culturale che aveva l’umanesimo. Per una società organizzata il moralismo può risultare non tanto connivenza con i poteri forti, quanto piuttosto anacronismo fastidioso, non indispensabile.
Parlo di poteri forti nel senso delle grandi lobby di pensiero presenti e lasciate pressapoco libere in ogni stato sociale democratico, diciamo occidentale.
Quindi, le chiese, le istituzioni scolastiche, l’intellighenzia… Prendendo in considerazione la Russia di fine 800 e la Germania della prima metà del secolo scorso, è più immediata la comprensione.
La vocazione tardiva
Non è con questo post che esaurirò l’argomento Tolstoj, ma vorrei abbozzare quella che per me è una grandezza intrinseca del maestro, e parlo solo e soltanto del livello autobiografico. Come già Dostoevski, Tolstoj nasce come giocatore, avvezzo alla mondanità, che vede nella dissolutezza una consapevole trasgressione, un eccitamento dei sensi perenne. Cosa sia successo poi che l’ha convinto all’impegno politico e pedagogico, lo scopriremo strada facendo.