E’ in uso in alcuni paesi del Nord Italia, principalmente verso l’area veneta-cremonese, la tradizione di far portare i doni ai bimbi a Santa Lucia, quella che in seguito a un processo religioso/politico fu privata degli occhi.
I doni ai bambini
E’ inveterata l’abitudine, in quasi ogni città italiana, dei doni ai bambini. Dove Babbo Natale, dove San Nicola, chi abbina alla Befana e alla festa dell’Epifania. Ma una tradizione che mi è sempre sembrata di una crudezza incredibile è quella della Santa Lucia. La Santa infatti fu, secondo tradizione agiografica, accecata in seguito alla sua insistenza nel professare la fede cristiana.
Come è accaduto a molte figure della tradizione dei santi, anche la giovane fedele non si piegò dinnanzi alla scelta compromissoria di rinunciare al suo Dio, e scelse piuttosto di perdere la sua caratteristica onomastica. Le “luci” infatti, in latino classico ma anche tardo, altro non sono che metafora degli occhi.
Una sentenza spaventosa, una santa generosa
Ma nulla impedisce a questa giovanissima sfigurata di portare i doni ai bambini, in data 13 dicembre. Ogni versione marcia un po’ sui suoi binari, ma in linea di massima i connotati sono un carretto, un asinello, un vestito bianco. In alcuni casi la santa lancia delle caramelle alle finestre, in altri lancia la cenere negli occhi ai bimbi che si affacciano non appena sentono lo scampanellio del suo arrivo (normalmente, i genitori cammuffati con un campanellino al seguito).
IL dipinto è conservato alla Pinacoteca Civica di Jesi.
Il processo in Lorenzo Lotto
Santa Lucia davanti al giudice è un dipinto di Lorenzo Lotto, olio su tavola, del 1532. Il quadro offre la versione chiaramente umanizzata della Santa, che alza il dito accusatore contro degli aguzzini in ombra, in alto, distanti da lei e la cui crudezza viene acuita dalla direttrice diagonale. La statuaria Lucia, vestita con gli sgargianti colori rinascimentali, resiste anche al paggio che tenta di trascinarla via da questa poderosa direttrice virtuale che si abbatte su di lei, ma Lorenzo Lotto le conferisce una forza morale tale da farla apparire ferma.
In primo piano, gli occhi su un piattino ricordano il simbolo agiografico per eccellenza. Un po’ meno crudo del gusto gotico, ma sempre abbastanza sgradevole.