“L’architettura della villa moderna-Volume primo, Gli anni della grande sperimentazione, 1900-1940”.
Antonello Boschi, Luca Lanini
Quodlibet Studio, 2016
Non è proprio un’uscita recentissima, ma nel mio appassionarmi di ville e ville residenziali in particolare, ho voluto dare una veste meno approssimativa al lavoro e mi sono deciso a leggere questo libro.
La villa moderna
Leimotiv di tutti i volumi della collana, che procedono in ordine cronologico, è la necessità di integrazione della villa con l’ambiente circostante e con le esigenze abitative degli inquilini.
Fin qui, nessuno scopre l’acqua calda: è evidente, a livello pratico, che le esigenze costruttive esplicitate dal committente di una villa nobiliare all’architetto di competenza riguardi principalmente i comfort che essa deve possedere, gli spazi e la loro funzionalità, come anche l’estetica e l’integrazione con l’ambiente.
La villa in mezzo alla campagna?
Se pensiamo all’ideale romano di villa, l’aperta campagna ci potrebbe furoviare in realtà da una trattazione esaustiv sul tema, e ci potrebbe anche far desistere da un qualsiasi sforzo di categorizzare dei volumi e degli stilemi che si ripetono: le ville in campagna, infatti, sono tutte diverse le une dalle altre. E di nuovo, può sembrare una banalità da puntualizzare, ma quando si parla di villa moderna non si intende certo la casa adibita a abitazione dei fattori e dei mezzadri. Non si intende, per capirci, quella villa di cui poteva parlare Virgilio nelle Georgiche, o che vediamo comparire nelle campagne della Pianura Padana, o in certi film di Ermanno Olmi.
Altri volumi della raccolta sono: le avanguardie legate ai differenti nazionalismi fino agli anni Quaranta del Novecento, l’International Style e il suo crepuscolo fino agli anni Ottanta, gli “ismi” fino agli anni recenti.
La selezione parla chiaro: sono stati raccolti oltre duecento esempi di ville unifamiliari.
L’ideologia stessa di villa unifamigliare è la chiave di lettura di questo prezioso volume.