Addio a Mirella Freni. Per chi l’aveva vista quando bambina in RAI cantava “Un bel dì vedremo”, è un vero colpo.
Addio Mirella Freni, un soprano d’eccezione
Nome d’arte di Mirella Fregni, il matrimonio come purtroppo spesso accade le interruppe bruscamente l’inizio di carriera.
Era il 1963 e alla Scala di Milano La Freni si esibiva nel suo primo ruolo da protagonista, Mimì della Bohème, nella celebre versione diretta da Herbert von Karajan.
Il suo timbro cristallino e insieme capace di grande vivacità piacque alla critica, piacque al pubblico, e piacque anche agli impresari che la vollero con sé, in seguito a questa prima grande prova.
Un inizio di carriera che culmina nel ’65 con la prima prova oltreoceano, al Met di New York, nel ruolo sempre di bohemienne.
Da soprano leggero a Verdi
Erano anni di sopranoni drammatici, dove poteva essere un sollievo trovare una voce agile e fresca come quella di Mirella Freni. I suoi ruoli principali erano infatti mozartiani, pucciniani, con solo l’eccezione della Violetta della Traviata.
Fu dagli anni ’70 in poi che cominciò a mettere alla prova la propria vocalità con ruoli verdiani. Sebbene rimarrà sempre legata al suo ruolo di Mimì, si cimentò con ottimi risultati anche come Desdemona in Otello, Elisabetta in Don Carlo, Amelia in Simon Boccanegra, Elvira in Ernani, fino ad Aida.
La chiusura e il realismo
Fu una cantante che non smise mai di studiare. Dal suo timbro seppe tirar fuori, a mio parere, anche risultati non facili come la Tosca, insistendo molto anche sul miglioramento della qualità della propria recitazione.
Concluse la carriera nel 2005 con personaggio di Giovanna de La pulzella d’Orleans, a Washington.
Una cantante di cui ci ricorderemo. Addio Mirella Freni!