Non ho potuto partecipare personalmente, ma ho seguito la rappresentazione del Rigoletto al Circo Massimo. Come dimostra la grandissima attenzione della stampa, e l’altissima concentrazione di alti papaveri all’evento, si tratta di un rendez-vous senza precedenti.
È infatti il primo spettacolo d’opera di queste dimensioni, eseguito in forma ibrida in uno dei teatri più simbolici non solo della Capitale, ma dell’Italia intera.
Rigoletto al Circo Massimo – il cast
Vediamo un attimo i protagonisti di questa messinscena: c’è Roberto Frontali in veste di Rigoletto, Rosa Feola come Gilda, mentre Ivan Ayòn Rivas è il Duca di Mantova.
Si è meritato un lungo applauso finale, da parte dei 1400 spettatori presenti, il maestro Daniele Gatti, insieme al regista Damiano Michieletto.
Riguardo alla regia c’è da sbizzarrirsi. Come spesso succede negli ultimi decenni all’opera, anche qui le scelte sono state ardite. Ma si sa, la fortuna aiuta gli audaci, e il lungo applauso finale, oltre a un legittimo atto liberatorio, potrebbe significare che Michieletto ha visto giusto.
Ma bando alle ciance, vi spiego cosa intendo per forma ibrida.
La forma ibrida
Innanzi tutti, tre operatori steadycam mandavano su un grande schermo le riprese, consentendo al pubblico di vedere quel che accadeva sul palco più da vicino.
In più, la scenografia e i costumi si ispirano decisamente a un Rigoletto calato in un contesto di bande criminali anni ’80. Dalle auto d’epoca ai cortigiani/giostrai, l’adattamento potrebbe ricordare quello del celebre Romeo+Juliet di BAz Luhrmann (che però è un film…).
Evitando di perderci nei meandri della comparazione, è evidente che gli omaggi al cinema, anche inconsci, siano molteplici.
Il distanziamento tra i musicisti
Difficile soprattutto ottenere l’armonia musicale con i musicisti distanziati tra loro. Il palcoscenico offre questa sfida per chi dirige le orchestre in questi tempi bizzarri e incerti.
Come hanno già fatto in passato, dimostreranno nuovamente grande inventiva, e, ne sono sicuro, risultati che verranno studiati negli anni a venire.