La letteratura è balsamo del quotidiano. Non ricordo chi lo dicesse, ma forse in questi giorni per contrastare le immagini disastrose che arrivano dall’Emilia-Romagna possiamo rivolgerci alla letteratura.
Interessante notare come diversi autori hanno affrontato il tema delle alluvioni come una realtà tragica, ma anche a volte come un simbolo di rinascita e purificazione (pensiamo tra tutte a “Dolcenera” di DeAndré).
L’epopea di Gilgamesh
Per i più disattenti a scuola: parliamo di un poema epico sumero del 2100 a.C, in cui il dio Ea avvisa l’eroe Utnapishtim di un’imminente alluvione che distruggerà il mondo. Utnapishtim costruisce un’arca per salvare se stesso e una selezione di animali e piante. Dopo l’alluvione, gli dei si pentono della loro decisione e promettono di non inviare più un diluvio universale.
Come direbbero gli inglesi: does it ring a bell?
La Bibbia e il Diluvio Universale
Esattamente. Il nostro Noé patriarca del cattolicesimo altro non ha fatto che seguire le semidivine orme di un eroe sumero!
Anche qui, Dio decide di distruggere la Terra con un’alluvione a causa della tracotanza umana. Noè viene scelto per costruire un’arca e salvare la sua famiglia e un campione di tutte le specie animali. L’alluvione dura quaranta giorni e notti, e alla fine, l’arca si posa sul Monte Ararat.
I Promessi Sposi
Non possono mancare le ben più ottocentesche passioni degli abitanti del Lago di Como, vessati dallo straripamento del fiume Adda.
In pieno stile manzoniano, l’evento causa la distruzione di case e terreni, mettendo in evidenza la vulnerabilità dell’uomo di fronte alla forza della natura e contribuendo all’atmosfera provvidenziale del romanzo.
L’alluvione come abluzione
Nella “Divina Commedia” le anime dei defunti devono attraversare due fiumi, il Lete e l’Eunoe, per purificarsi dai peccati e ricordare le loro buone azioni. L’attraversamento di questi fiumi simboleggia la purificazione e la preparazione dell’anima per il viaggio verso il Paradiso.
Sempre in una logica battesimale abbiamo le Metamorfosi di Ovidio, dove l’alluvione è un mezzo per trasformare e ricreare il mondo.
Giove, il dio supremo, decide di inviare un’alluvione per punire l’umanità e ripulire la Terra dalla violenza e dalla corruzione. Dopo l’alluvione il mondo viene ricreato e ripopolato da Deucalione e Pirra, i soli sopravvissuti umani, che gettano pietre dietro di loro per creare una nuova generazione di uomini e donne.
Ho scelto di parlare di epigoni letterari di un certo livello, ma anche nella letteratura più “pop” ne abbiamo, di materiale a cui attingere.
Resta il fatto che l’alluvione di per sé reca significati simbolici molto forti, assai probabilmente causa dell’altrettanto forte peso psicologico che porta con sé.