Anche questo strano anno giunge al termine.
Un anno di lockdown e di musei chiusi, di grandi scoperte e di ordinaria quotidianità.
L’abbiamo iniziato a gennaio all’insegna degli armamenti e della storia militare. Ancora inconsapevoli del morbo che si sarebbe presto avvicinato, non abbiamo fortunatamente toccato l’argomento armi chimiche, con buona pace dei complottisti, ma ci siamo semplicemente attenuti alla storia più nota.
Poi l’addio di Mirella Freni, e due doverosi post di addio (qui il primo e qui il secondo).
Si iniziava a parlare dei primi effetti nefasti del Coronavirus sulla chiusura dei musei, di cui ho parlato in diverse occasioni.
Poi mi sono consapevolmente accodato all’onda del “Restiamo a casa”, con una serie di post/consigli su piacevoli attività da svolgere nel silenzio di casa propria.
Dalla lettura a un buon film, non sono mancati i grandi esempi letterari che ci hanno fedelmente accompagnato durante questa quarantena.
Una piccola parentesi festiva, con un breve omaggio al grande artista David Bowie, e poi, a maggio, la gioia delle parziali riaperture!
Sembrava allora che il futuro sarebbe stato senz’altro più roseo, e che le angosce di quello che ormai era universalmente noto come il “lockdown” sarebbero presto state memorie lontane.
Ecco che ho festeggiato con un “riaprono i teatri e i cinema!” e un lungo excursus sul mondo del teatro e la sua recente crisi, e su alcuni stratagemmi fantasiosi dei palcoscenici d’opera.
Una parentesi sul grande Ugo Zannoni, e poi l’addio necessario a Marc Fumaroli, prima di tuffarmi in un momento di grande eclettismo e occuparmi di tutti i fatti che in quel momento colpivano la mia fantasia.
Dalla Milano Fashion Week (appuntamento inevitabile) a un interessante momento archeologico riguardo al processo di Isernia da città sannita a romana.
Dopo un rapido saluto al sempreverde Brecht, chiudiamo l’anno sull’opera rossiniana, e infine sui librettisti di Verdi.
Sperando che abbiate gradito, auguro una buona e reclusa fine dell’anno, nell’auspicio di un 2021 in ripartenza!
Paolo Giorgio Bassi