Ma com’era la dominazione dei Normanni in Sicilia?
(continua dalla parte 1 e parte 2.)
Ruggero Borsa, figlio di Roberto il Normanno (scomparso nel 1085) e poi Boemondo persistettero fermi nelle loro imprese di conquista, destreggiandosi tra papato e impero. Intanto il conte Ruggero fino al 1091 continuava con prudenza l’occupazione della Sicilia tenendo conto che la conquista dell’isola non avrebbe significato l’espulsione dei Saraceni.
La duttilità dei Normanni
Ruggiero riuscì ad effettuare la grande isola Mediterranea lo stesso miracolo in precedenza compiuto da altri Normanni.
Lo stesso modello sociale integrativo che erano riusciti a ideare in Francia e poi nella vicina Inghilterra nacque anche qui, in Sicilia.
Il tipo di governo lo potremmo definire al di sopra delle singole Nazioni, dato che lo sviluppo economico-politico e culturale fu un concorso di genti dalle origini e tradizioni diverse. Normanni, arabi, Bizantini, tutti erano fusi e armonizzati in una forma di civiltà composita differente da ogni altra.
Araba nell’organizzazione, normanna militarmente e bizantina forse per la lingua e la cultura: questi tre elementi si compenetrano in una realtà che si afferma prepotentemente e che comincia a definirsi interamente siciliana.
Ruggero II
Ecco che Ruggero II nel 1101, in quanto esponente della casata degli Altavilla, ottiene un vero stato.
Si afferma dunque nell’Italia meridionale dal decimo al dodicesimo secolo un vero e profondo rinnovamento al cui rafforzamento i Normanni – pure originariamente poco civilizzati – possono assistere, e di cui possono dirsi interamente i fautori.
La Sicilia fu normanna, ma soprattutto fu un capolavoro di integrazione all’opera.