Le iniziative in onore di Dante Alighieri si sprecano in questi giorni, in onore del suo 700esimo anniversario di morte.
Il cenotafio in Santa Croce
Tra le iniziative più di rilievo, vanno segnalate il cenotafio in Santa Croce restaurato con il verso del Purgatorio “IO MI SON UN CHE QUANDO AMORE M(I) SPIRA, NOTO” (Purgatorio XXIV).
Opera del scultore Stefano Ricci, il cenotafio di Dante Alighieri risale al 1830 ed è considerato un simbolico cenno di riconciliazione tra il sommo poeta e la sua città natale.
Menzioni e polemiche – Dante Alighieri
Abbiamo avuto la performance di Roberto Benigni al Quirinale, la menzione da parte del Papa, e anche un ciclo di celebrazioni dantesche da parte del Vaticano.
Come previsto, qualcuno ha tentato di montare una polemica. È il caso di come la stampa ha riportato un articolo del Frankfurter Rundschau, tacciandolo di aver accusato Dante Alighieri di plagio, scarsa originalità e anche di scarsa modernità.
Ho letto l’articolo e non mi sento di dilungarmi oltre. Non è sicuramente così critico quanto dicono.
Quel che è certo è che non si tratta di un commento di grandissimo spessore e che, proprio perché si colloca sulla scia della vena contro-celebrativa che sulla vena critica, mi sentirei di far afferire alla sterile polemica.
D’altra parte, si sa, spesso la stampa nostrana è a corto di argomenti e di tempo, e rilancia notizie senza entrare troppo nel merito.
Rileggere il Purgatorio oggi
Che dire, io stesso mi sono sentito preso dall’onda e ho riletto il Purgatorio.
Forse la cantica più bistrattata del sommo poeta, quella che non piace me ai giovanissimi studenti né a chi riscopre il poeta in un’età più meditativa.
Dà in realtà spunti poetici ed etici molto interessanti, soprattutto per quanto riguarda la medietà della condizione umana tra il rimorso e l’auto glorificazione.
Lo sto finendo, corredandolo con alcuni commenti tra i più notevoli che ho incontrato nella mia vita di studente. Forse quando avrò finito ne parlerò meglio.