La videoinstallazione signora mia…
Non è Franco Giacobbe a cantarla, la videoinstallazione, ma parliamo di un dispositivo di diffusione di informazioni che è incredibilmente folcloristico. Incredibilmente non perché l’assurgere a questa posizione sia stato un premio immeritato. Anzi, direi che la videoinstallazione negli ultimi vent’anni si è conquistata nei musei spazi ben più ampi della performance e dell’installazione avanguardistica, dov’era relegata in principio. Mi ricordo come lo sperimentalismo di molti performer verteva sulle luci proiettate già prima che la qualità del video consentisse rappresentazioni quasi olografiche, tanta ne è la loro definizione. LA proiezione del video c’è sempre stata, oserei dire da che esiste il video.
Ma una videoinstallazione che ci interessa oggi è quella di Fabrizio Plessi alle Terme di Caracalla, che ne esplora il sotterraneo avvalendosi della ormai consolidata e conosciuta mano del grande videoinstallatore italiano.
La mostra è allestita dal 18 giugno al 29 settembre. Il titolo “Plessi a Caracalla. Il segreto del tempo”. La è cura di Alberto Fiz, che si apre con un grande libro virtuale dedicato alla lunga carriera di Plessi e che prosegue con la grande opera dell’artista: ben 12 videoinstallazioni, le cui immagini si specchiano nell’acqua. Musiche di Michael Nyman
La mostra si snoda nel settore situato sotto l’esedra del calidarium. Siamo esattamente sotto il Teatro dell’Opera, in un’area di 200 metri ora restituita al pubblico, dopo esser stata sottoposta al restauro di circa 350 mila euro, come riporta Ansa.