Oggi sono in vena riflessiva. Anche quest’anno si consumano le giornate d’autunno del Fondo Ambiente Italiano, delle quali già ho parlato. Frotte di persone prima ignare di bellezze nascoste tra i portoni delle loro città si accalcano alle visite guidate. Unico freno alla diffusione di massa credo sia l’obbligatoria, per alcune visite, dell’iscrizione al Fai.
Vorrei fare una piccola riflessione sulla valorizzazione temporanea di beni d’arte.
L’occasionalità della visita Fai, parlo ovviamente delle occasioni che sono disponibili solo in queste date selezionate durante l’anno, apre una dimensione necessariamente diversa. Rispetto a quella dell’opera “perenne” diciamo, o comunque dalla fruizione più costante.
Dunque, il capitale culturale mobilitato risulta una risorsa simile a quella che nel supermercato viene designata sotto il nome di “offerta”, e che funziona in ottica di marketing proprio per il suo carattere di occasionalità. L’offerta è “solo per oggi”, e l’economo domestico è spinto all’acquisto perché “magari domani non c’è più”.
Permane ancora molto forte, nella nostra società ormai dominata culturalmente dalle retoriche del terziario, questa idea: del piccolo borghese risparmioso che l’alta arte di massa, tipo Moravia e Buñuel ci hanno insegnato a guardare con un certo ironico distacco.
La scelta del materialismo pragmatico, a mio parere, solo a fatica e grazie alla spinta propulsiva della cultura marxista si è avvicinata alla “cultura”, intesa per tutta una certa frangia come “cultura alta”. Oggi il concetto ondivago di “cultura” non ha bisogno di legittimazioni politiche. Si adatta a concetti tradizionalmente pop come il risparmio, la convenienza, la diffusione massificata… E posso esprimere con queste poche parole la mia idea di “cultura”. Qui la valorizzazione temporanea prende piede.
Ma fatemi precisare: non sto affatto accostandomi alla nutrita schiera dei detrattori della cultura intesa come pane da dispensare a piene mani in veste divulgativa a masse incolte e ignare.
E’ meglio che io precisi, e per farlo mi servirà una seconda parte.