Questi manufatti, provenienti dalla città di Benin nell’attuale Nigeria, non sono solo straordinariamente belli ma sono anche al centro di intense discussioni su colonialismo, arte e restituzione.
Storia dei Bronzi del Benin
I Bronzi del Benin sono in realtà un insieme di sculture realizzate principalmente in bronzo, ma anche in ottone, legno e avorio. Queste opere d’arte furono create dal XII secolo fino alla fine del XIX secolo dal popolo Edo, che abitava il Regno di Benin. Le sculture servivano a vari scopi, tra cui la glorificazione del re, conosciuto come Oba, e la commemorazione di eventi significativi alla corte regale.
Il saccheggio di Benin City
La storia dei Bronzi del Benin prese una svolta tragica nel 1897, quando la forza militare britannica invase la città di Benin. Durante il saccheggio, migliaia di queste opere d’arte furono rubate e portate in Europa, dove furono vendute per finanziare ulteriori spedizioni coloniali. Una grande parte di questi bronzi finì al British Museum.
Magari parlerò più avanti della liceità o meno di questa restituzione… Per ora mi limito a parlare di quel che mi interessa più da vicino in questo momento: la fattura dei bronzi.
Queste sculture mostrano diversi soggetti umani a animali, fino a rappresentazioni di divinità e spiriti. Le tecniche di fusione a cera persa utilizzate per creare i Bronzi del Benin erano così avanzate che gli artisti potevano ottenere dettagli fini e texture complesse, che ancora oggi stupiscono gli osservatori.
I Bronzi del Benin sono emblemi del patrimonio culturale del popolo Edo. Ogni scultura racconta una parte della storia di Benin, riflettendo la complessità della sua società, le sue credenze religiose e la sua storia politica.