Furia cieca? Diciamo che fin dai tempi di Omero i Greci avevano superato questo antiquato e tribale concetto.
Il mix
Se inizialmente il guerriero perfetto nasceva dall’accostamento tra Ulisse e Diomede, cioé dal mix tra astuzia e forza pura, il requisito dell’astuzia prende a poco a poco il sopravvento.
La falange oplitica
La falange oplitica nasce circa nel VII secolo, e sembra dimostrare con la tecnica militare quello che finora si è tentato di dimostrare solo con fonti letterarie e mitologiche. Lo scudo òplon è stato fondamentale per la falange oplitica: largo e resistente, aveva un’imbracciatura e una presa, che lo rendevano più facile da tenere durante gli attacchi. Inizialmente l’oplita era armato non tanto di spada quanto di una lunga lancia. Fondamentale, per l’oplita, era mantenere la posizione predeterminata dallo schieramento falangeo. Chi mollava generava una falla nella falange, il che la rendeva praticamente una falla aperta verso le seconde file. L’oplita dotato di lancia trovava molto difficoltoso il corpo a corpo, pur essendo spesso dotato di armi corte da poter impugnare all’occorrenza.
Non si insegue il nemico in fuga
Non si insegue il nemico in fuga, si sceglie di comune accordo il campo di battaglia. Ovviamente, la fuga è tollerata solo per evitare il massacro, e l’evitare il massacro non sarà un valore che rimarrà in auge per sempre.
Va distinta comunque la falange oplitica da quella macedone, introdotta dai guerrieri macedoni di Filippo il Grande ma poi perfezionata nel corso degli anni. Ancora ai tempi di Cartagine venivano assoldati come mercenari i macedoni, altamente specializzatisi in quesst’arte di ranghi serrati, di disciplina personale, così lontana dalla furia cieca e dal desiderio di gloria descritti nell’Iliade.