Dopo la metropolitana di Stoccolma tocca parlare di una sorella prossima, ma più anziana di una ventina d’anni.
E’ la metropolitana di Lisbona
Archittetto Keil do Amaral, già responsabile (come leggo qui) del primo terminal dell’aeroporto Portela di Lisbona. Artista responsabile Maria Keil. Erano i tardi anni ’50 e la ripresa non toccava il Portogallo come altri Paesi europei. Pur consentendogli di indirizzarsi verso la strada delle opere pubbliche e delle infrastrutture, che fin da subito sono affiancate, nella progettazione ingegneristica, dal lavoro artistico della Keil.
La si vede nelle fotografie d’epoca, mentre dipinge le mattonelle squadrate importate dall’arte islamica che sono un po’ l’icona artistica di Lisbona, gli azulejos. Dipinge personalmente, e la constatazione che possiamo farne va mediata tra il low budget e una straordinaria personalizzazione artistica, che forse esula dalla committenza.
Sono tutte sue le stazioni in fase di costruzione all’epoca, eccettuata Avenida. Si può dire che abbia avuto il merito di riportare in auge la tecnica del dipinto su mattonella, per il quale la stazione Intendente rappresenta un archetipo estetico. La stazione di Anjos è invece un’esplosione di Art Nouveau, ma sempre sui generis.
E’ dopo gli anni ’80 e dopo la dittatura che si è avuta una seconda generazione di stazioni, tra le quali Colégio Militar spicca per il motivo nuovamente incentrato sugli azulejos, ormai tornati in piena auge e oggetto anche di promozione nazionalista e turistica.
Alto do Moinhos è invece un tributo alla letteratura portoghese, con Almada, Bocage, Camões e Fernando Pessoa, quest’ultimo forse il più conosciuto all’estero.
La tranche degli anni ’90, a quanto si legge, nasce con un intento più marcatamente sociale e forse un po’ meno celebrativo. In effetti è qui che nasce la stazione-tributo a Marques de Pombal, storico urbanista che ha contribuito alla veste odierna della città.
Infine, c’è da menzionare Oriente, creata per servire meglio la tratta che avrebbe condotto a Expo Lisbona nel 1998, con il fondamentale connubio di artisti internazionali.
Molto più storica e celebrativa, in generale, di quella di Stoccolma.