Ah, che spettacolo il tedesco! Oggi vorrei parlare di una parola intraducibile in italiano, che è “Sehnsucht”.

“Sehnsucht” è una combinazione di “Sehnen” (desiderare ardentemente) e “Sucht” (dipendenza). Descrive un desiderio intenso, una nostalgia profonda per qualcosa di indefinito, spesso irraggiungibile.

Gli scrittori e i poeti romantici vedevano questo sentimento come una parte essenziale dell’esperienza umana, un desiderio innato di qualcosa oltre il tangibile.

Passiamo da Schiller

Un esempio della letteratura romantica che incarna il concetto di “Sehnsucht” è Schiller, nella sua “Sehnsucht”:

Ach, aus dieses Tales Gründen,

Die der kalte Nebel drückt,

Könnt’ ich doch den Ausgang finden,

Ach, wie fühlt’ ich mich beglückt!

Dort erblick’ ich schöne Hügel,

Ewig jung und ewig grün!

Hätt’ ich Schwingen, hätt’ ich Flügel,

Nach den Hügeln zög’ ich hin.

 

Che potremmo tradurre:

Ah, se potessi trovare l’uscita

Da questa valle opprimente di nebbia fredda,

Come sarei felice!

Là vedo belle colline,

Eternamente giovani ed eternamente verdi!

Se avessi ali, se avessi piume,

Volerei verso quelle colline.

È evidente che “Sehnsucht” non è solo un semplice desiderio o nostalgia, ma un’emozione più complessa. Un altro esempio di “Sehnsucht” si trova nella poesia di Joseph von Eichendorff, intitolata “Mondnacht”:

Es war, als hätt’ der Himmel

Die Erde still geküsst,

Dass sie im Blütenschimmer

Von ihm nur träumen müsst’.

Die Luft ging durch die Felder,

Die Ähren wogten sacht,

Es rauschten leis die Wälder,

So sternklar war die Nacht.

Traducibile con:

Era come se il cielo

Avesse baciato silenziosamente la terra,

Così che essa doveva solo sognare di lui

Nel bagliore dei fiori.

L’aria soffiava attraverso i campi,

Le spighe ondeggiavano lievi,

I boschi sussurravano piano,

Così chiara era la notte stellata.

Vi sembra pertinente con questo termine? A me, onestamente, sì!