Vincitore del Prix Goncourt 2020, “L’Anomalie” di Hervé Le Tellier è senz’altro un romanzo insolito.
La storia
Nel giugno 2021, un Boeing 787 di Air France sulla rotta Parigi-New York, che ha appena attraversato un enorme cumulonembo supercellulare ed è stato danneggiato da una grandinata, si rifiuta di atterrare al Kennedy Airport. Viene dirottato verso una base militare, dove l’equipaggio e le centinaia di passeggeri sono sottoposti alla domanda. Chi sono? Impostori, cloni, zombie?
Infatti, tre mesi prima, lo stesso volo Air France 006, con danni simili, pilotato dallo stesso capitano e con gli stessi passeggeri a bordo, è atterrato all’aeroporto JFK.
Quello che sembra è che lo stesso aereo sia atterrato due volte.
Non diremo altro. Farlo significherebbe sgonfiare l’enigma di un romanzo che è allo stesso tempo vertiginoso e faceto sulle doppie vite, il gemellaggio, la simulazione, l’inversione del tempo e l’eterno ritorno, in cui il matematico Hervé Le Tellier è al suo meglio. Poiché non possiamo rivelare la parte segreta, concentriamoci almeno su uno dei passeggeri, che sedeva sull’aereo accanto a un sicario, il cantante nigeriano di “Yaba Girls”, un avvocato nero e l’editore preferito di Maïwenn.
Questo scrittore sconosciuto e depresso è morto suicida ed è anche autore di “Fallimenti che hanno fallito”. Ha inoltre tradotto e adattato “Aspettando Godot” in Klingon (la lingua di Star Trek), e probabilmente non si sarebbe mai aspettato di vedere il proprio romanzo annoverato tra i Grandi, o quantomeno tra i best seller.
“Nessuno vive abbastanza a lungo per sapere fino a che punto nessuno è interessato a qualcuno” si dice nel testo.
Perché c’è molta malinconia in questo romanzo futurista, umorismo e satira, intrisi di morali provvisorie di chi ha smesso di credere. Hervé le Tellier è un demiurgo onnisciente, ma anche un poeta. Un logico ultrasensibile che nasconde il suo dolore sotto i giochi di parole.
La morte dell’autore infittisce il mistero
Dopo la prima morte di Victor Miesel, viene fondata una società, quella degli “Anomalisti”. A riprova del fatto che le vere anomalie generano attenzione, anche postuma.