“All’inizio della sua carriera Palladio si rese conto che non era necessario decidere per ogni fabbrica quanto dovessero essere larghe ed alte le porte interne, quale forma dovessero avere le scale, o quali profili e proporzioni dare al capitello dorico. Era sufficiente stabilire una serie di forme standard, certo tali da essere modificate quando fosse stato necessario, ma in genere applicabili alla maggior parte dei progetti”. (Fonte)
Palladio e il Quarto Libro
Abbiamo già parlato dei quattro libri sull’architettura che Palladio scrisse, che ci consentono non solo di fissare i suoi capisaldi all’interno di un sistema coerente e consapevole di sé.
Innanzi tutto, va detto che Palladio non si occupava unicamente della residenza signorile ma anche dei locali a essa adiacenti, compresi alcuni alloggi della servitù e dei lavoranti.
Innanzi tutto, i materiali utilizzati sono, come oggi e come sempre, consoni alla levatura monetaria del committente. Dove c’è molta pietra, la levatura è considerevole, altrove troviamo il mattone.
I committenti
“Il raggiungimento dei precedenti livelli di prosperità nella campagna fu probabilmente lento, e avvenne soltanto negli anni quaranta, con la crescita del mercato urbano delle derrate alimentari e la decisione a livello governativo di liberare Venezia e il Veneto dalla dipendenza dal grano importato, e specialmente da quello che proveniva dal sempre minaccioso Impero ottomano”.
Erano anni in cui si investiva in ammodernamenti tecnologici atti a massimizzare la produzione, come il drenaggio, l’irrigazione… Quindi, investire in una residenza di campagna sul modello del palazzo cominciava a risultare non certo la scelta più razionale. Palladio lo capì, e d’accordo con i proprietari progettò dimore tendenzialmente non troppo grandi, come anche le loro facciate.
Si curava anche della costruzione di barchesse, colombaie, forni per il pane, stalle… Insomma non occupazioni che attribuiremmo a un genio architettonico di quel calibro, ma in fondo il giovane Palldaio era partito come tagliapietra.
Ma come organizzare tutti questi spazi in modo coerente? Palladio scelse di attenersi a uno schema prestabilito e oramai collaudato, del quale appunto parla nel suo Quarto Libro, di cui parleremo andando avanti nella nostra trattazione delle ville.