Un appello alla partecipazione nasce da una delle città medievali per eccellenza, Ferrara, che attraverso iniziative ed eventi, cerca di coinvolgere non solo i turisti ma anche i propri abitanti, alla riscoperta dell’identità e del capitale culturale della città. Credo fortemente che essere legati le proprie origini e non tralasciare i nostri costumi ci renda più coscienti e capaci di giudicare la realtà che ci circonda. La nostra storia, quella delle nostre città, ci permette di tramandare ciò che siamo alle future generazioni che, in mancanza di una guida e di coinvolgimento, finiranno per sentirle sempre più lontane, fino ad abbandonarle.
In questo fine settimana a Ferrara si svolgerà la seconda edizione di un evento che permette di riscoprirla attraverso la visita dei “giardini segreti” ferraresi, celati tra le mura di abitazioni anche private. Credo sia importante per le piccole città come Ferrara mostrarsi in varie vesti ai turisti e ai cittadini. Questa veste nuova nello specifico mostra i suoi cambiamenti storico, artistico e culturali, attraverso la natura. In fondo non sarà certo un caso se uno dei giardini più famosi nella nostra letteratura è proprio di uno scrittore ferrarese. Come dimenticare poi gli incantevoli paesaggi ariosteschi, frutto di fantasia, ma sicuramente ispirati dal fascino magico di questa città?
Appello a vivere il giardino, la natura e la città
Ho sempre trovato molto suggestivo il giardino, sia come simbolo, sia come rifugio. La suggestione e la sensazione di abbandono, il perdersi per poi scoprirsi ritrovati, anche questo è il contatto con la natura: il prendersi cura per riscoprirci curati a nostra volta. L’appello e l’evocazione del giardino come metafora della vita è diffusa a ogni latitudine, come ricordato da un adagio orientale:
Se vuoi essere felice qualche ora, bevi vino;
se vuoi essere felice qualche anno, prendi moglie o marito;
se vuoi essere felice tutta la vita, coltiva un giardino.