Non solo trovarla, non solo mantenerla: una posizione lavorativa va continuamente approfondita con l’opportuna formazione e aggiornamento. Sono soddisfatto del progressi che sono stati fatti in Italia in questa direzione.
C’è stata Expo-Training a Milano in questi giorni, la fiera nazionale della formazione.
Questa è la dicitura ufficiale. Ma leggevo un articolo riguardante l’obsolescenza delle competenze:
In cinque anni da oggi, più di un terzo delle attuali competenze su scala mondiale (il 35% per la precisione) sarà obsoleto e in Italia le indicazioni parlano di un indice significativamente superiore al 40%.
“Obsoleto”, come la tecnologia in invecchiamento, diventa anche il capitale umano. Com’è necessario che sia in un mondo del lavoro in continua trasformazione.
Ma ciò che più mi colpiva nell’articolo sono state le dichiarazioni di Carlo Barberis, presidente di Expo Training. Parlando di formazione tecnica contro umanistica, Barberis sottolinea infatti il dato del 24% dei manager tra grandi, piccole e medie imprese occupato da laureati in discipline “umanistiche”. Come ho sostenuto altrove, e come ribadisco, non è solo la natura nozionistica di una formazione a creare il buon manager. Bensì anche la gestione della nozionistica e il suo re-impiego in termini di produttività e competenze manageriali.
Rimane comunque quel 35% di campione orientato verso le competenze tecniche, e fin qui nulla di inimmaginabile.
Necessario comunque per gli “umanisti” un buon bagaglio comunicativo, aggiornato e flessibile alle modificazioni del mercato.