Un finanziamento, quello che prevede il disegno di legge in discussione al Senato, per celebrare gli anniversari di Dante, Leonardo e Raffaello.
Ci si può fermare a riflettere sul capitale investito, ragionare se i fondi stanziati siano sufficienti o meno, ma voglio pensare diversamente, voglio pensare positivo. Mi rincuora notare come, nonostante le numerose esigenze del Paese, non ci si dimentichi della nostra cultura.
Queste tre celebrazioni, che riguardano i 500 anni dalla morte di Leonardo, nel 2019, Raffaello, nel 2020, e i 700 anni dalla morte di Dante nel prossimo 2021, saranno tre eventi di rilevanza internazionale.
L’Italia ha tre ottime occasioni non solo di farsi notare e attirare turisti internazionali, ma anche di promuovere quell’approccio alla cultura diventato ormai sempre più difficile.
È innegabile che purtroppo le risorse e i finanziamenti in questo ambito siano sempre più scarsi e frammentari, si cura meno la promozione di eventi, la competenza del personale e l’approccio ai giovani. Tutti aspetti che invece dovrebbero essere incentivati secondo il manifesto UNESCO, ma che inesorabilmente finiscono in secondo piano. Un serpente che si morde la coda insomma, perché non curando i principi fondamentali dell’approccio all’arte, alla letteratura e ai musei, si avrà sempre meno risposta dall’utenza.
Un aspetto fondamentale, troppe volte trascurato, è l’approccio ai giovani, i quali vanno educati e incuriositi nel confronti del nostro patrimonio artistico, permettendo loro di diventare giovani fruitori e futuri insegnanti delle risorse che ospitiamo.
Un finanziamento che deve essere solo l’inizio
Fondi, capitali e investimenti, anche se fatti in collaborazione con privati, sempre nel rispetto del decoro delle opere artistiche, dovrebbero essere per un domani visti non come una spesa fine a se stessa, ma come lo sviluppo di una risorsa primaria: l’Italia.