Come spiegare il successo di Alessandro Barbero? La risposta, a mio avviso, è piuttosto scontata, se vi devo dare un’opinione sincera.
Alessandro Barbero è uno straordinario divulgatore, che riesce a non banalizzare e al contempo a semplificare in modo del tutto accettabile e a relativizzare gli argomenti solitamente complessi.
E fin qui abbiamo definito la figura del buon divulgatore, come ce ne sono a centinaia e in diversi campi del sapere. Quindi perché in questo periodo storico così tante persone hanno sentito il fascino indiscreto della storia e di Barbero di conseguenza?
Credo che, una volta riconosciuta la professionalità e anche la simpatia del professor Barbero, vada detto che probabilmente ha colto un “Volkgeist” di cui forse altri accademici non si erano accorti.
Finita l’epoca delle grandi ideologie, sorpassata dall’odierno attivismo ambientale e dei diritti civili, la consistenza storica dell’idea politica è stata in qualche modo dimenticata.
Un passo indietro
Chi ha la mia età probabilmente ricorda come venivano osteggiati i professori e gli appassionati di diritto romano e di storia romana, appunto come se calarsi nei panni di un’epoca e a proprio modo servirla significasse sposarne anche tutte le appropriazioni che governi politici o anche individui controversi hanno dichiarato.
Tutti sappiamo che l’Impero Romano è stato guardato con ammirazione dal Ventennio e in qualche modo emulato. Ma perché sto facendo questo discorso?
Soprattutto perché il Ventennio, ma anche gli anni Sessanta e Settanta, hanno saccheggiato a piene mani nel passato. Hanno tentato, sempre in modo politico ideologico, di trovare una continuità delle proprie idee attuali con uno sviluppo passato.
L’impressione che ho parlando con i tanto vituperati giovani d’oggi è che trovare questa continuità per una persona nata negli anni ’90-2000 sia molto difficile.
Quindi grazie ad Alessandro Barbero per aver estratto l’esatta essenza del sapere storico ed averlo fatto nel momento in cui ne avevamo più bisogno.