Maestro nel dipingere il turbinio di sentimenti senza indulgere a greca compassione, Sofocle ci consegna un Aiace tormentato e dannato, ma mai salvato.
L’Aiace di Sofocle
Questa la sua grandezza principale, che ha tenuto l’Aiace nella rosa dei testi che si studiano nelle facoltà classiche. L’eroe, inizialmente campione di forza come il collega Diomede, ha anche la caratteristica fisica di un corpo scolpito, e forse una certa dose di rozzezza in più.
Per questo, per i moderni, l’empatia cresce nel vederlo soccombere sotto la propria stessa semplicità e, incapace di accettare le contraddizioni della realtà, impazzire.
Il testo usato per lo spettacolo
Per lo spettacolo al teatro greco di Siracusa, dove Aiace è interpretato da Luigi Lo Cascio, il testo è quello di Ghiannis Ritsos: in Quarta dimensione il poeta greco riprende quattro dei più intensi e attuali monologhi sofoclei, e li rende con un tono fedele, ma decisamente moderno.
Qui è Aiace Telamonio il protagonista, che si è espresso dalla skené per bocca del bravo Luigi Lo Cascio.
Il sound design
Come “testo” o meglio “ipertesto”, non possiamo però non considerare il suono, che è stato concepito appositamente per l’ambiente e per accompagnare la voce di quell’attore, con quell’esatto testo.
Lo chiamano sound design, ma sarebbe più corretto chiamarlo sound creation, perché la musica nasce e vive unicamente con la rappresentazione scenica, e nasce per attagliarsi ad essa.
Il sound creator è stato G.U.P. Alcaro, musicista elettronico, ma inizialmente programmatore. Può sembrare insolito, ma il ragazzo nasce dal Politecnico di Torino, e applica le nozioni di programmazione che conosce al mondo della musica.
Un combinato scientifico-artistico quindi, il suo, e l’effetto finale è stato sbalorditivo: standing ovation per un pubblico molto caldo, che probabilmente ha vissuto con grande sollievo l’uscita dal regime di reclusione che il teatro ha vissuto negli ultimi mesi.