Chi si occupa dello studio di filosofia della scienza spesso si chiede dove risieda il confine tra teoria, scienza e prassi.
Per dare un ulteriore strumento di indagine è necessario ricorrere al concetto di strumentalismo.
Cos’è lo strumentalismo
Il concetto di “strumentalismo” può essere formulato come la tesi secondo cui le teorie scientifiche, le teorie delle cosiddette scienze pure, non sono altro che regole di calcolo o regole di inferenza che hanno lo stesso carattere delle regole di calcolo delle cosiddette scienze applicate.
Si potrebbe addirittura formulare questa tesi come quella secondo cui “scienza pura” è una denominazione erronea, e tutta la scienza è applicata.
La mia replica allo strumentalismo consiste nel mostrare che ci sono profonde differenze tra le teorie pure e invece le regole tecnologiche di calcolo. In poche parole, lo strumentalismo è in grado di dare una descrizione perfetta di queste regole ma è del tutto incapace di rendere conto delle differenze fra esse e le teorie.
Se concepiamo il problema in questo modo, l’idea stessa dello strumentalismo crolla.
L’analisi delle molte differenze funzionali fra le regole di calcolo – ad esempio le regole di calcolo per navigare e le regole scientifiche – e la teoria di Newton (giusto per citare un esempio noto ai più) è un compito molto interessante.
Qui però basta dare una breve lista dei risultati e relazioni logiche che possono reggere fra teorie e regole di calcolo che non sono simmetriche, risultati e relazioni che sono differenti da quelli che possono sussistere tra le varie regole di calcolo.
La teoria
Il modo in cui le regole di calcolo sono messe alla prova e le differenze del modo in cui sono sottoposte a controllo è la teoria.
In sostanza è l’abilità che l’applicazione delle regole di calcolo richiede ad essere completamente differente da quella richiesta per la loro discussione teorica e per la determinazione teorica dei limiti del loro applicabilità.